C'è posto anche per le infrastrutture nel decreto legge Innovazione (nuovo nome del dl Sviluppo), che sarà esaminato oggi in Consiglio dei ministri. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, nel provvedimento dedicato a start up e agenda digitale, alla fine avrebbe trovato posto anche la norma sulla defiscalizzazione delle grandi opere. L'ultima versione del dl prevede che le nuove infrastrutture realizzate in partenariato pubblico-privato o in project finance possano ottenere l'azzeramento dell'Ires, dell'Irap e dell'Iva generati durante il periodo della concessione. Le somme, però, in caso di opere realizzate con un contributo pubblico a fondo perduto, verrebbero detratte da quest'ultimo e ne sarebbero quindi sostitutive. Si tratta comunque di una buona notizia per il comparto delle infrastrutture, che soffre più di altri la congiuntura economica negativa e l'alto costo del denaro. Proprio per questo si sarebbe deciso di far valere le norme sulla defiscalizzazione non solo per le nuove iniziative ma anche per quelle già progettate ma non ancora decollate a causa proprio delle mutate condizioni macroeconomiche che hanno spesso reso a dir poco traballanti i vecchi piani finanziari. Insomma, se oggi il Consiglio dei ministri darà il suo benestare, potrebbero avvantaggiarsi di un'accelerazione importante molte infrastrutture, a partire dalle nuove autostrade del Nord: Pedemontana, Tem e Brebemi, che dovrebbero essere pronte per l'Expo del 2015 ma che finora hanno incontrato problemi sul fronte dei finanziamenti. Non solo. Il decreto potrebbe dare una spinta importante anche a un'altra opera, sponsorizzata dal ministero dei Trasporti, ossia la Orte-Mestre. L'autostrada, però, da sola vale circa 10 miliardi, il che significa che se gli sgravi fiscali fossero concessi a questa infrastruttura, tutte le altre opere potrebbero rimanere escluse. Sì, perché il ministero dell'Economia avrebbe accettato di andare avanti con il provvedimento sulla defiscalizzazione, in un periodo non certo di vacche grasse per le casse pubbliche, solo
a patto che venga posto un tetto ai benefici fiscali che potranno essere erogati. Proprio su questo punto sarebbero ancora in corso discussioni tra il ministero delle Infrastrutture, che vorrebbe un provvedimento il più generoso possibile, e quello dell'Economia, attento a non allentare troppo i cordoni della borsa. Un compromesso potrebbe essere trovato fissando un'asticella non per singola opera, ma per il totale degli interventi che potranno accedere ai benefici fiscali. Su questo limite massimo complessivo non sarebbe stato ancora raggiunto un accordo, anche se verosimilmente dovrebbe aggirarsi intorno a 10 miliardi. Se si troverà l'accordo su questo punto, la defiscalizzazione delle infrastrutture non dovrebbe poi incontrare altri ostacoli.
L'intervento proposto, comunque, non prevederebbe meccanismi automatici per accedere all'agevolazione. Sarebbe compito del Cipe stabilire quali opere abbiano diritto ai benefici fiscali, dopo un attento studio dei piani finanziari, come già avviene oggi per quelle infrastrutture che vogliano avvalersi dell'esenzione Iva invece che del contributo a fondo perduto. Una possibilità che esiste già, ma che finora non è mai decollata, forse anche per le resistenze del ministero dell'Economia.
Fonte: MF - Ed. nazionale 04/10/2012.