Alla Camera si cerca di «iniettare» elementi di equità nel sistema di tassazione degli immobili. La
commissione Finanze ha approvato ieri alcuni emendamenti Pd che definiscono dettagli importanti nella riforma del catasto, in particolare delle rendite catastali. Il primo riguarda gli effetti fiscali
dell'operazione. In sostanza la riforma non dovrà portare aggravi per l'Imu. Occorrerà prevedere
«contestualmente all'efficacia impositiva dei nuovi valori, la modifica delle relative aliquote impositive, delle eventuali deduzioni, detrazioni o franchigie, finalizzate ad evitare un aggravio del carico fiscale con particolare riferimento alle imposte sui trasferimenti e all'imposta municipale sugli immobili». La questione riguarda la revisione delle rendite catastali prevista nella delega. L'aggiornamento dei valori dovrà far riferimento ai valori di mercato degli immobili. Attualmente infatti spesso le rendite prescindono da alcune caratteristiche degli edifici, come la centralità o meno dell'immobile. Un sistema vecchio che aumenta le disuguaglianze nell'applicazione dell'Imu. La nuova imposta, infatti, si calcola aumentando del 60% il valore catastale dell'immobile. A volte il moltiplicatore è arrivato a costi stellari più nelle periferie dei grandi centri urbani, restando a livelli più bassi nei centri storici. Naturalmente cambiare la base imponibile rischia di far schizzare il prelievo: per questo si è intervenuti in modo da assicurare l'invarianza di gettito rispetto a oggi, limitandosi a una rimodulazione interna. Un altro emendamento impone di tenere conto delle peculiarità degli immobili storici, in particolare che si tenga conto dei «particolari e più gravosi oneri di manutenzione e conservazione»
degli edifici, del «complesso di vincoli legislativi alla destinazione, all'utilizzo, alla circolazione e al restauro» e all'apporto «alla conservazione ed alla valorizzazione del patrimonio storico ed artistico nazionale».
POSSIBILITÀ DI RETTIFICA
Non è finita qui. Con l'introduzione del nuovo catasto si dovrà garantire anche ai contribuenti la possibilità di chiedere una rettifica delle rendite ritenute non corrette. Il governo dovrà assicurare «specifiche regole procedimentali si legge nel testo - che garantiscano, in sede di revisione
generale del catasto, la possibilità per il contribuente di richiedere, in autotutela, una rettifica delle nuove rendite attribuite con obbligo di risposta entro 60 giorni dalla presentazione dell'istanza. Fino a ieri sera l'esame dell'articolo 2 sulla riforma del catasto non era ancora concluso. Tuttavia durante la seduta sono state inserite altre importanti modifiche, come quella targata Pd sulla revisione delle agevolazioni fiscali che il governo sta valutando. Tale revisione, secondo il testo approvato, «dovrà salvaguardare gli attuali istituti di tutela dei redditi da lavoro dipendente e autonomo e delle pensioni», spiega il deputato Marco Causi. Parallelamente al lavoro sulla delega, la Commissione sta riflettendo su una proposta del Pdl che potrebbe essere inclusa nel testo o inserita in un provvedimento successivo. Si tratta dell'introduzione di un meccanismo che tenga conto del reddito e dello stato di bisogno delle famiglie per l'applicazione dell'Imu. Una sorta di ampliamento delle detrazioni già esistenti per i figli a carico. Via libera dalla commissione Finanze della Camera anche all'emendamento del relatore con il quale si riscrivono i principi generali, facendo riferimento allo Statuto dei diritti del contribuente, in particolare alla irretroattività delle norme. Sul fronte della lotta all'evasione, entrano invece nella Commissione che dovrà «misurare» il sommerso (con un emendamento della Lega approvato in Commissione) anche le associazioni di categoria, gli ordini professionali e le organizzazioni sindacali.
Fonte: L'Unita - Ed. nazionale 04/10/2012