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Incentivi ad hoc per lanciare le nuove imprese
03-10-2012

Iniziative di microcredito, garanzie sui prestiti, bandi o fondi di venture capital regionali, oltre alle misure statali previste dalla legge 185/2000: per chi decide di mettersi in proprio, le possibilità di trovare incentivi non mancano. Oltre al fatto che a giorni potrebbero essere avviate le nuove misure del Governo per le start up innovative, è atteso il varo di un decreto interministeriale che dia gambe al "Fondo per la crescita sostenibile" previsto dal decreto sviluppo, che metterà subito in campo 650 milioni in attesa del riordino.
E mentre è ancora aperta la partita del riordino degli incentivi statali, al momento restano attivi gli strumenti che in oltre 20 anni hanno contribuito a creare, con risorse a fondo perduto o prestiti a tasso agevolato, quasi 90mila imprese, veicolando sul territorio oltre 5,3 miliardi di investimenti. Si tratta delle misure per l'autoimprenditorialità - destinato agli under 35 – e l'autoimpiego, che invece sostiene le iniziative dei disoccupati.
«Per accedere ai contributi dell'autoimpiego, che sono uguali in tutta Italia, - spiega Lina D'Amato, responsabile Integrazione strategica di Invitalia, l'ente che gestisce il fondo - non ci sono vincoli d'età. La misura finanzia imprese di lavoratori autonomi, con una soglia d'investimento di 25mila euro, e microimprese, con una soglia di 129mila euro. L'autoimprenditorialità, invece, prevede soglie d'investimento più corpose, fino a 2,5 milioni; l'agevolazione, in questo caso, dipende dalla localizzazione con contributi più ricchi al Centro-Sud». I contributi vengono erogati finché ci sono risorse .«Non ci sono bandi - conclude D'Amato - così i tempi di valutazione ed erogazione sono molto rapidi».
I bandi regionali
Oltre ai finanziamenti nazionali ci sono poi quelli regionali, finanziati dalla Ue con i fondi strutturali e altri progetti ad hoc, come Jeremie e Progress. Il panorama è molto vario. Ci sono regioni che puntano su iniziative di microcredito, come la Toscana - che offre finanziamenti fino a 15mila euro a chi non ha garanzie sufficienti per le banche -, o la Campania che ha messo a disposizione un plafond da 65 milioni per l'autoimprenditorialità e gli spin off, con prestiti tra 5 e 25mila euro a tasso zero. C'è chi ha in campo azioni indirette - in Piemonte opera un fondo da un milione per incubatori e fondazioni affinché sviluppino azioni di scouting e primo accompagnamento per le idee imprenditoriali degli under 35 - garanzie sui finanziamenti bancari o contributi per ridurre i tassi di interesse; c'è chi, come l'Emilia-Romagna, si è dotata di un fondo di private equity (Ingenium II) che mette a disposizione 14 milioni per sostenere start-up tecnologiche. E, infine, i classici bandi, con finanziamenti all'universo delle Pmi e degli under 35 - come accade in Veneto - e misure più mirate: lungo la via Emilia, infatti, si punta alle realtà più innovative costituite dal 2010 (privilegiando chi opera in stretto contatto con la rete regionale ad alta tecnologia e l'università) e si danno maggiorazioni a chi, alla conclusione del progetto, aumenti l'organico con almeno di tre dipendenti.
Il fronte privato
E sta sempre più prendendo quota l'impegno del privato, sia con il corporate venture da parte di grandi aziende (come Enel, Telecom, Vodafone) sia attraverso i business angel, ex manager o titolari di impresa pronti a scommettere capitali su un'idea vincente. Lo mostrano i dati del network Iban: nel 2011 sono stati spesi 34,8 milioni per 281 operazioni di investimento (+4,5% sul 2010). «E questo trend sta proseguendo - afferma Tomaso Marzotto Caotorta, segretario generale dell'associazione - anche quest'anno. E, d'altra parte, i segnali che emergono dal rapporto della task force ministeriale (che propone la deduzione fiscale del 30% sugli investimenti privati e le agevolazioni per le aziende che investono in start-up) sono un riconoscimento del nostro ruolo». Come si fa a trovare un business angel? «Occorre un'idea innovativa, non per forza sul prodotto, che abbia un elevato potenziale di crescita. Sul nostro sito è disponibile un modello di executive summary e una guida per la sua compilazione: oltre a essere il mezzo per farsi conoscere, è anche un primo strumento di autovalutazione».
ITALIA
La legge 185/2000 alimenta due strumenti per il finanziamento delle start-up: il primo è quello dell'autoimprenditorialità, riservato agli under 35, che concede contributi a fondo perduto e mutui a tasso agevolato per l'acquisto di beni necessari all'avvio o allo sviluppo di imprese nei territori più svantaggiati.
Finanzia programmi di spesa fino a 2.582.000 di euro. Il secondo strumento è l'autoimpiego, mirato a sostenere nuove imprese (ditte individuali o società) avviate da disoccupati: applicato su tutto il territorio nazionale finanzia programmi di spesa fino a 129mila euro.

 

Fonte: Il Sole 24 Ore    01/10/2012
 

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