Ci costerà come minimo 1.678 euro regolarizzare la colf extracomunitaria impiegata a tempo pieno. Una bella differenza rispetto all'ultima sanatoria, quella del 2009. Allora, infatti, bastarono 500 euro e una marca da bollo per mettersi in regola. Tutto nasce dal giro di vite previsto dalle nuove norme a carico di chi sfrutta il lavoro straniero in nero (sia famiglie che aziende). Ora viene data la possibilità (l'ultima) di un ravvedimento operoso, prima che scattino i provvedimenti più restrittivi.
Per mettersi in regola bisogna versare un ticket di mille euro e pagare i contributi all'Inps (almeno sei mesi di arretrati, vedi altro articolo qui a fianco). Si calcola che saranno circa 380mila i soggetti coinvolti, di cui 111mila (quasi il 30%) coloro che emergeranno da una situazione di irregolarità dal settore dei servizi alle persone, in special modo per quanto riguarda il lavoro domestico, inteso come colf e badanti. La richiesta va fatta entro il 15 ottobre. È importante chiarire che non serve precipitarsi a presentare la domanda, in quanto non sono fissate quote massime di ammissione.
Gli interessati
La sanatoria si rivolge esclusivamente ai lavoratori extracomunitari presenti in Italia, ininterrottamente, almeno dal 31 dicembre 2011 e che al 9 agosto erano occupati irregolarmente da almeno tre mesi (quindi, almeno dal 9 maggio). inoltre devono essere occupati all'atto della presentazione della domanda, che è possibile inoltrare sino alla mezzanotte del 15 ottobre.
La presenza
Il requisito della presenza in Italia dal 31 dicembre 2011, sarà verificato dallo Sportello unico per l'immigrazione successivamente alla presentazione della richiesta di sanatoria. In proposito la norma stabilisce che la presenza deve essere attestata da documentazione proveniente da organismi pubblici. Per esempio, è da considerarsi valido il timbro di entrata sul passaporto o i documenti d'iscrizione di un figlio a scuola o un decreto di espulsione o la richiesta di asilo; il referto di pronto soccorso o il certificato di ricovero, una multa o una denuncia sporta a un pubblico ufficiale.
Reddito minimo
I datori di lavoro devono possedere un reddito minimo al fine di poter beneficiare della regolarizzazione: 20.000 euro. Il ministero ha precisato che il limite deve essere applicato al nucleo familiare, composto anche da più individui dove un unico percettore di reddito raggiunga la soglia. Invece, nell'ipotesi di nucleo familiare senza percettori di reddito o con un percettore di reddito che da solo non raggiunga i 20 mila euro, possono concorrere anche gli altri familiari conviventi, nonché i parenti non conviventi fino al 2° grado; in tal caso, però, la soglia s'innalza a 27 mila euro. Il requisito reddituale non è richiesto se il datore di lavoro è affetto da patologie o handicap che ne limitano l'autosufficienza a condizione che effettui la dichiarazione di emersione per un lavoratore straniero addetto alla sua assistenza (la propria badante).
Il ticket
Prima di presentare la dichiarazione occorre aver pagato il ticket di 1.000 euro, che non è deducibile dal reddito ai fini Irpef, né viene restituito nel caso in cui la pratica non vada a buon fine. Il contributo va versato esclusivamente tramite il modello F24, lo stesso usato per i pagamenti dell'Irpef e dell'Imu. Il modulo utile per la richiesta di sanatoria (modello EM-DOM), è invece prelevabile dal sito del ministero dell'Interno: http://nullaostalavoro.interno.it. In esso vanno indicati, oltre ai dati anagrafici, gli estremi di un documento di riconoscimento del datore di lavoro e del lavoratore, e può essere inviato esclusivamente in modalità telematica (online). Molti contribuenti, quindi, dovranno rivolgersi a un Caf o a un patronato.
Promemoria
Le cose fondamentali da sapere per poter usufruire della sanatoria:
1) La famiglia (o l'azienda) deve occupare irregolarmente lo straniero al 9 agosto 2012 e il rapporto deve durare da non meno di tre mesi (almeno, quindi, dal 9 maggio). Il datore di lavoro deve, inoltre, occupare il lavoratore straniero alla data di presentazione della domanda: vale a dire tra il 15 settembre e il 15 ottobre.
2) Il lavoratore straniero deve risultare in Italia, ininterrottamente, almeno dal 31 dicembre 2011. La presenza deve essere dimostrata con una documentazione proveniente da un organismo pubblico (ad esempio si può esibire il timbro di ingresso sul passaporto o il referto di un pronto soccorso).
3) Il datore di lavoro deve pagare un ticket di mille euro che non potrà detrarre dalle tasse, né verrà rimborsato nel caso la pratica non vada a buon fine. Al contributo forfettario vanno aggiunti i regolari contributi previdenziali almeno dal 9 maggio. Il calcolo verrà fatto direttamente dall'Inps.
4) I datori di lavoro devono possedere un reddito minimo, al fine di poter beneficiare della regolarizzazione, di 20.000 euro (salvo qualche eccezione). E nella dichiarazione devono impegnarsi a corrispondere una retribuzione non inferiore al minimo previsto per l'assegno sociale (429 euro mensili).
Fonte: Corriere Economia - N.32 01/10/2012